lunedì 31 agosto 2009

In Giappone la coalizione di centro sinistra del Partito Democratico ha vinto perché ha dimostrato di avere la ricetta per rilanciare l’economia.

Numerose e positive reazioni in tutto il mondo per la vittoria schiacciante, in Giappone alle elezioni politiche generali, del partito Democratico, DpJ, centrosinistra, sui Liberaldemocratici, Ldp, destra, al potere nel Paese per oltre 50 anni. Al centro della campagna elettorale ha primeggiato il problema del rilancio dell'economia giapponese e delle ricette per ottenerlo. Il Partito democratico e il partito liberaldemocratico hanno esposto agli elettori i loro programmi. Il Dpj nel suo programma punta molto sul sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Il piano prevede anche un taglio dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche dal 18 percento all'11 percento e sulla correzione di due anomalie sostenute dai governi a guida liberaldemocratica. Da un lato la regolarizzazione del lavoro precario, oltre un terzo del totale contro il quinto del 1990, che sconta minori tutele rispetto a quello a tempo indeterminato, garantito e di fatto illicenziabile, e l'aumento della spesa sociale, come i 26mila yen mensili alle famiglie con figli piccoli e l'esenzione dei ticket sanitari per gli over 75. Dall'altro, la lotta ai burocrati in un sistema dove, causa l'instabilità politica, i funzionari pubblici sono i veri detentori del potere. Un programma questo attaccato e deriso durante tutta la campagna elettorale dall'Ldp. I conservatori hanno cercato in ogni modo possibile di attribuire al loro governo una politica economica che avrebbe portato ad una ripresa nel secondo trimestre dell'anno ed hanno sperato, fino all'ultimo, di trarre giovamento da alcuni dati positivi arrivati alla vigilia del voto come il ritorno del Pil in positivo nel trimestre aprile-giugno 2009, +0,9 percento. Però tutto questo non è bastato ad annullare l'immagine negativa che si era creata intorno al governo spingendo i livelli di consenso dell’esecutivo attorno al 20 per cento nei sondaggi degli ultimi mesi. Il dato sulla disoccupazione di luglio, diffuso 2 giorni prima del voto, che lo indicava al record storico negativo del 5,7 percento, aveva poi annullato ogni tentativo speculativo. Il partito conservatore aveva anche promesso 2 milioni di posti di lavoro e l'aumento del reddito annuo di ogni nucleo familiare di un milione di yen, circa 7.400 euro, in dieci anni. Però tutto questo non ha fatto presa su un elettorato sempre più disilluso e i risultati sono giunti come una mannaia sul collo di un condannato a morte. Ecco i risultati definitivi delle elezioni politiche tenute in Giappone per il rinnovo della Camera bassa di 480 seggi. Il partito democratico passa da 112 a 308 seggi. Il partito liberaldemocratico passa da 303 a 119 seggi. Nuovo Komeito da 31 a 21 seggi. Partito Comunista mantiene i 9 seggi. I socialdemocratici conservano i 7 seggi. Il nuovo P. Popolare passa da 5 a 3 seggi. Il vostro Partito 5 seggi. Il nuovo P. Nipponico 1 seggio. Il partito della Rinascita 1 seggio e altri 1 seggio. Indipendenti passano da 9 a 6 seggi.
“La vittoria dei Democratici in Giappone, dopo 54 anni di successi liberali, è un bel segnale, che indica che anche in Italia ci si deve preparare al cambio di maggioranza”. Questa è al convinzione espressa dal segretario del Pd, Dario Franceschini, nel commentare l'esito del voto in Giappone da Piacenza. “Dopo l'India, dopo gli Usa, ha detto il leader del Pd, anche in Giappone vincono i progressisti dopo che è scoppiata la crisi”. “Bisogna capire che quando si offre una proposta di cambiamento vero si torna a vincere”, ha aggiunto il segretario del Pd. “Dobbiamo anche noi rimboccarci le maniche e prepararci ad un lungo cammino che ci deve portare a vincere” ha concluso il segretario del Pd non prima però di confermare la sua scelta di volere delle primarie aperte non solo agli iscritti e ripetendo che agli elettori va data la garanzia che dal 26 ottobre, giorno dopo le primarie, saremo tutti a sostenere chi sarà diventato segretario. Dello stesso parere è apparso Romano Prodi. In merito l’ex premier ha detto che: “Quello che io voglio, non solo auspico, è che ci siano primarie aperte e forti. Non importa se ci saranno tensioni, liti, diversità di posizione. La democrazia è lotta vera”. Un intervento sulle primarie del Pd che Prodi ha fatto ai microfoni di Sky Tg24 nel commentare a caldo la vittoria dei Democratici alle elezioni politiche giapponesi. “In vista delle primarie del Pd, ha sottolineato Prodi, chiedo che il vincitore delle primarie abbia poi dietro tutti per dare agli italiani il messaggio che avrà la forza di governare. Voglio fare un parallelo con il voto giapponese: auspico che il vincitore delle primarie possa poi vincere le elezioni nell'egual misura con cui l'ha vinto il candidato giapponese”. “Il Giappone si è bloccato su problemi non distanti dai nostri: popolazione in diminuzione, blocco dell'immigrazione, nessuna intenzione di cambiare l'età pensionabile e un Paese vittima delle 'corporazioni. E' chiaro che questo ha dato molta speranza al cambiamento di governo anche se le difficoltà saranno tante” ha continuato l’ex leader del Pd. Si è saputo anche che Prodi si è congratulato al telefono con il nuovo premier giapponese Yukio Hatoyama e leader del partito democratico giapponese. Tra i due c’è una lunga amicizia. L'esperienza dell'Ulivo nella seconda metà degli anni '90 fu oggetto di attenta riflessione anche in Giappone prima e dopo la nascita del Pdj nell'aprile 1988, specialmente da parte di Naoto Kan, il probabile vicepremier. Kan, figura significativa dei progressisti nipponici, è stato presidente del partito democratico e mantiene un ruolo di primo piano in questa formazione. “kan mi ha ricordato la frase che dissi allora: ‘Non basta vincere, ma bisogna poi governare e bisogna governare con una solida maggioranza'”, ha detto l’ex premier. “E' certo che loro, ha affermato Prodi, avranno una maggioranza molto più solida di quella che ebbi io, ma mi fa molto piacere che riflessioni di allora abbiano dato frutti così belli oggi”. Tornando a parlare del Giappone, Prodi sottolinea come la svolta nelle attuali elezioni si inserisca anche all'interno di quella americana, mentre l'Europa è più tardiva a rispondere a questi stimoli della storia. Per quanto riguarda il legame con la Cina, Prodi ha osservato che: “Penso che i democratici avranno una politica più dinamica nei confronti della Cina, e sarà una cosa più intrigante nello scenario internazionale. Il rapporto Cina-Giappone diventa determinante”. Da Pier Luigi Bersani candidato alla segreteria nazionale del Pd il risultato elettorale giapponese è stato salutato con queste parole: “Dopo l'India e gli Stati Uniti anche il Giappone compie una svolta politica affidando le responsabilità di governo alle forze democratiche e progressiste. Anche l'Europa deve trovare un percorso di rinnovamento delle politiche. L'insegnamento che ci viene da quel che è successo in altri continenti è che la riscossa dei riformisti può avvenire solo a partire dai grandi temi economici e sociali, abbandonando conservatorismi e subalternità a ricette altrui”. Parole ha cui ha ribattuto nella maniera a lui più congeniale Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. “Mentre il Pd va in rovina, la sinistra declina in tutta Europa e perfino Obama, finite le feste, assapora le prime difficoltà del governo, aspettavamo il primo furbo che dal Pd inneggiasse alla vittoria dei democratici giapponesi. La palma spetta a Bersani, al quale come ulteriore consolazione segnaliamo che qualche settimana fa la sinistra ha vinto anche in Groenlandia. Da noi invece la sinistra Pd-Repubblica continuerà a perdere. Non c'e' Tokyo che tenga”. Parole che si commentano da sole.Da Leoluca Orlando, portavoce dell'IdV, arriva il commento meno partigiano e più par condicio. “Sembra che si stiano realizzando le attese dei democratici giapponesi le cui prospettive di vittoria avevano costituito oggetto dell'incontro, avvenuto a Roma, fra una delegazione dell'Italia dei Valori e una delegazione del partito democratico giapponese”. “Le formule e le politiche non sono esportabili ne sono esportabili le vittorie”, ha aggiunto l’ex sindaco di Palermo. “Un messaggio però viene dall'India, dagli Stati Uniti e oggi dal Giappone: di fronte ai grandi problemi economici, sociali e ambientali i governi di destra, pur al potere da molti anni, sono stati democraticamente allontanati”, ha aggiunto Orlando. “Occorre che i Paesi europei, l'Italia in primo luogo, conclude il portavoce di IdV, si diano politiche adeguate alle nuove sfide globali. In Italia, questa esigenza di una svolta intransigente per costruire un governo autenticamente alternativo, è ancora più pressante in quanto chi è al governo sta producendo l'imbarbarimento etico e uno stravolgimento dei principi costituzionali”. Non si è distaccato di molto dal contesto Francesco Rutelli, presidente del Copasir ed esponente del Pd, che nel commentare la vittoria elettorale dei Democratici in Giappone ha a ffermato che: “La vittoria in Giappone di Yukio Hatoyama dimostra, anche a chi ancora si attarda attorno alla eredità del socialismo, che, in una stagione di crisi globale, sono i partiti di ispirazione democratica a rappresentare l'unica speranza per il futuro, così come è avvenuto negli Stati Uniti con Barack Obama e in India”. L’esponente del Pd ha a più volte incontrato esponenti del Partito Democratico giapponese che insieme con Rutelli hanno partecipato alle riunioni della Alliance of Democrats, il network democratico internazionale. Da ultimo, il maggio scorso a Roma, in occasione del convegno sui temi del cambiamento climatico, promosso dal Centro per un Futuro Sostenibile dal Center for American Progress americano, guidato da John Podesta. Esprimendo soddisfazione per la vittoria dei democratici nelle elezioni giapponesi per Piero Fassino, responsabile per la politica estera del Pd, quella di ieri è stata: “Una vittoria schiacciante che apre un'epoca nuova nella vita politica del Giappone. Dopo le vittorie di Barak Obama e di Sonia Gandhi, un altro segnale forte di cambiamento”. “Gli elettori, osserva Fassino, tornano a votare per chi propone loro coesione sociale, dignità del lavoro, tutela dei diritti e maggiori opportunità di vita. Sono gli assi portanti di una politica riformista che, anche in Italia, può consentire al Partito democratico di riconquistare consensi e fiducia dei cittadini”. “Dopo i grandi festeggiamenti veltroniani per Obama arriva oggi la piccola valanga di dichiarazioni di esponenti del Pd italiano sulle elezioni giapponesi”, ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. “La sensazione è che i leader, vice leader e aspiranti leader della sinistra italiana vincano solo all'estero e guardando la tv. Contenti loro”, ha concluso Capezzone. Mentre Mario Ferrara, senatore del Popolo della Libertà e vicepresidente della commissione Finanze di Palazzo Madama ha affermato che: “Lo tsunami democratico che spira dal Pacifico, prima con Obama e adesso con la storica vittoria del Partito Democratico alle elezioni politiche in Giappone, non sferzerà di certo le nostre coste”. “La classe dirigente democratica e l'intellighenzia progressista che la alimenta e sostiene, prosegue Ferrara, è infatti troppo impegnata a dileggiare e demolire Silvio Berlusconi”. “Le ultime vicende legate alla libertà di stampa, sottolinea l'esponente del Pdl, non fanno altro che confermare il carattere duale della sinistra italiana: accondiscendente e protettiva con gli amici, moralista e integralista con gli avversari politici o i liberi pensatori”. “Il segno distintivo, conclude il senatore, di una profonda crisi valoriale che per nulla si concilia con l'attitudine al governo di una nazione”.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione